Vogliono abbattere un bagolaro secolare per sostituirlo con una rotonda.

Si scatena una sollevazione popolare e la conseguente raccolta di firme.

 

 

 

Siamo ad Abrega, un piccolo borgo di Parenzo (HR).

L'amministrazione comunale, comandata dal sindaco Nivio Stojni, decide che il borgo ha bisogno di una nuova rotonda, proprio dove ora cresce rigoglioso un secolare bagolaro, "mascotte verde" di tutto il paese.

Arrivano le ruspe dell'azienda incaricata (la Momperlon) e iniziano i lavori: vengono segati alcuni rami e ci si prepara ad eliminarne altri, quando il rumore infernale dei mezzi richiama gli abitanti che, increduli e contrariati, si schierano subito a difesa del loro verde amico. Agli operai della Momperlon non resta che arrendersi e battere in ritirata.

A difesa degli operai interviene il loro direttore, Marko Knezociji, che non solo afferma di disporre di tutti i permessi necessari, ma che minaccia anche l'intervento delle forze dell'ordine, se necessario. A sentire lui non ci sono alternative alla rimozione del prezioso albero, il quale "verrà rimpiazzata da una giovane piantina al centro della rotonda, una volta ultimata questa".
Un bagolaro secolare vs. una giovane piantina! E non ci sono alternative?!

A difesa del bagolaro invece arriva Anica Bibulic e i suoi attivisti che promuovono seduta stante uan raccolta di firme per fermarne ed impedirne l'abbattimento.
In una sola giornata trovano il sostegno di centocinquanta persone, e tutti ci auguriamo che il resto degli abitanti del Comune segua presto il loro esempio. La petizione promossa da questi coraggiosi cavalieri del verde chiede al sindaco di tornare sui suoi passi, tanto più ché nessun cittadino era stato informato, non c'è stato alcun dibattito pubblico, nessun avviso. Come era stata una (sgradita) sorpresa qualche tempo prima la rimozione dei cipressi nel locale cimitero!

«È il potere comunale che deve essere al servizio dei cittadini, non viceversa», questa la frase-motto ricorrente tra i dissidenti.

In difesa dell'albero arriva anche la "nonna" del paese, Maria Bibulic. Dall'alto dei suoi 103 anni, nonna Maria dice: «Questo albero è il testimone vivente di un secolo di storia cittadina. Mi ricordo ancora quando da bambina mi riparavo dal caldo sotto la sua chioma nelle giornate d'estate».
Una funzione che l'albero ricopre ancora oggi: sono in molti, infatti, a fermarsi sotto le sue fronde, per cercare un po' di refrigerio, scambiando due chiacchiere sotto la sua fresca ombra.

Noi ci auguriamo che possa continuare a farlo! A lungo!