Non è sempre
agevole capire e men che meno giustificare le infinite
distorsioni della mente umana.
L'insegnamento che la Storia elargisce a piene mani poco o nulla viene recepito,
probabilmente per una mancata contropartita di ordine economico.
Nel periodo dell'oscurantismo più becero si è fatto di
tutto e di più per cancellare le riflessioni più profonde, scaturite
da menti umane che possedevano il privilegio di quell'elemento che oggi noi
con termini tecnici potremmo chiamare col nome di "profondità di
campo". E hanno incominciato col bruciare i libri, per finire col bruciare
gli autori: tutti al rogo per evitare il difondersi di pericolosi focolai
di
cultura.
Oggi non è più necessario l'uso di questi metodi, abbiamo le
televisioni che fanno ottenere lo stesso
effetto evitando il consumo di legna da ardere tratta dai grandi alberi.
Un tempo gli alberi erano, al pari dei grandi greggi, fonte di sostentamento
e sopravvivenza per gli
umani, ma l'avanzare della società industriale ha cambiato qualcosa
in questo millenario rapporto.
Il guaio maggiore sta nel fatto che, purtroppo, noi non siamo cambiati e ci
siamo trascinati dietro tutta la potenzialità distruttiva,
amplificata dalla tecnologia della quale disponiamo con larghezza, ma non con
altrettanta
oculatezza, al
punto che le nostre amministrazioni comunali, senza distinzione di colore politico,
che pure si ammantano di grandi frasi pregne di Democrazia e di Bene Comune
(sulle quali sarebbe opportuno fargli frequentare un buon corso di aggiornamento)
hanno prodotto danni incalcolabili all'ambiente, distruggendo sistematicamente
un patrimonio prezioso nel verde pubblico e continuano con pervicacia, quasi
a voler debellare una volta per tutte questi preziosi giganti, grandi "divoratori" di
sostanze inquinanti, che in cambio ci regalano un'enorme quantità di
ossigeno del quale oggi più che mai abbiamo estrema necessità.
Saranno anche antidemocratici e tutto quello che di loro pensiamo, ma non sono
degli sprovveduti,
perché i loro giardinetti sono ben curati, sono circondati
da alberi fronzuti, che non potano "alla disperata", tanto per risparmiare
l'anno prossimo, e anche il nostro Sindaco ne sa qualcosa.
Durante l'estate si sta molto bene all'ombra delle loro chiome... peccato
che il piazzale di San Giacomo abbia perduto tutto questo
e che a sedersi sulle panchine
nei mesi estivi si rischino ustioni di secondo grado.
Un peccato per piazza Perugino, trasformata da una potenziale
piazzetta romana in una specie di contenitore di vasi che in miniatura ricordano
molto l'oleodotto
transalpino nei suoi depositi.
Piazza Venezia, le cui panchine sarebbero state rifiutate
anche dal direttore delle carceri del Coroneo.
Per pietà non voglio ripercorrere altri orrori (che dire degli alberi
della Maddalena tagliati "senza processo" in totale assenza dell'uso
del buon gusto e della decenza?), ma viene istintivo il
difendersi da eventuali altri, quali potrebbero essere :
- Il Giardino della stazione centrale, uno dei simboli della
capacità distruttiva
in nome di una "scorrevolezza del traffico" sulla quale, il Comitato
a difesa ha ben proposto serie alternative respinte sempre con arroganza.
- Abbiamo ancora a rischio il bellissimo giardino della via Flavia,
di fronte al vecchio Stadio Grezar,
dove successivamente all'abbattimento di ventidue alberi di alto fusto, si
dovrebbe costruire un casermone ATER con parcheggi comunali per 200-250 posti
auto, che in occasione di manifestazioni al palazzetto e allo stadio, scaricherebbero
tutto il potenziale inquinante dentro le finestre degli abitanti, togliendo
contemporaneamente la ventilazione naturale e provocando un microclima infausto
e pericoloso per la salute di chi vi abita.
- Altre situazioni a rischio sono pure i parchi di Villa Hausbrandt e Villa
Hagginconsta, il parco Bazzoni e la zona di Rio
Martesin.
Da segnalare anche che in una recente seduta del Consiglio Comunale, il
consigliere Sulli ha affermato che i vari
comitati cittadini sono constituiti da gente che non ha altro da fare (altra
prova di elevato senso della Democrazia dei nostri rappresentanti).
Si è letta sul giornale locale una frase del Sindaco, che rivolgendosi
al Presidente della Repubblica riguardo all'indiscriminato aumento della tassa
sui rifiuti
da parte del Comune di Trieste, recita: "
VOGLIAMO ESSERE CITTADINI, NON SUDDITI" !
Grazie, signor Sindaco, anche noi chiediamo la stessa
cosa!