MEDIOEVO A TRIESTE?

di Stelio Cerneca

 

Non è sempre agevole capire e men che meno giustificare le infinite distorsioni della mente umana. L'insegnamento che la Storia elargisce a piene mani poco o nulla viene recepito, probabilmente per una mancata contropartita di ordine economico. Nel periodo dell'oscurantismo più becero si è fatto di tutto e di più per cancellare le riflessioni più profonde, scaturite da menti umane che possedevano il privilegio di quell'elemento che oggi noi con termini tecnici potremmo chiamare col nome di "profondità di campo". E hanno incominciato col bruciare i libri, per finire col bruciare gli autori: tutti al rogo per evitare il difondersi di pericolosi focolai di cultura.

Oggi non è più necessario l'uso di questi metodi, abbiamo le televisioni che fanno ottenere lo stesso effetto evitando il consumo di legna da ardere tratta dai grandi alberi. Un tempo gli alberi erano, al pari dei grandi greggi, fonte di sostentamento e sopravvivenza per gli umani, ma l'avanzare della società industriale ha cambiato qualcosa in questo millenario rapporto.

Il guaio maggiore sta nel fatto che, purtroppo, noi non siamo cambiati e ci siamo trascinati dietro tutta la potenzialità distruttiva, amplificata dalla tecnologia della quale disponiamo con larghezza, ma non con altrettanta oculatezza, al punto che le nostre amministrazioni comunali, senza distinzione di colore politico, che pure si ammantano di grandi frasi pregne di Democrazia e di Bene Comune (sulle quali sarebbe opportuno fargli frequentare un buon corso di aggiornamento) hanno prodotto danni incalcolabili all'ambiente, distruggendo sistematicamente un patrimonio prezioso nel verde pubblico e continuano con pervicacia, quasi a voler debellare una volta per tutte questi preziosi giganti, grandi "divoratori" di sostanze inquinanti, che in cambio ci regalano un'enorme quantità di ossigeno del quale oggi più che mai abbiamo estrema necessità.

Saranno anche antidemocratici e tutto quello che di loro pensiamo, ma non sono degli sprovveduti, perché i loro giardinetti sono ben curati, sono circondati da alberi fronzuti, che non potano "alla disperata", tanto per risparmiare l'anno prossimo, e anche il nostro Sindaco ne sa qualcosa.

Durante l'estate si sta molto bene all'ombra delle loro chiome... peccato che il piazzale di San Giacomo abbia perduto tutto questo e che a sedersi sulle panchine nei mesi estivi si rischino ustioni di secondo grado. Un peccato per piazza Perugino, trasformata da una potenziale piazzetta romana in una specie di contenitore di vasi che in miniatura ricordano molto l'oleodotto transalpino nei suoi depositi. Piazza Venezia, le cui panchine sarebbero state rifiutate anche dal direttore delle carceri del Coroneo.

Per pietà non voglio ripercorrere altri orrori (che dire degli alberi della Maddalena tagliati "senza processo" in totale assenza dell'uso del buon gusto e della decenza?), ma viene istintivo il difendersi da eventuali altri, quali potrebbero essere :
- Il Giardino della stazione centrale, uno dei simboli della capacità distruttiva in nome di una "scorrevolezza del traffico" sulla quale, il Comitato a difesa ha ben proposto serie alternative respinte sempre con arroganza.
- Abbiamo ancora a rischio il bellissimo giardino della via Flavia, di fronte al vecchio Stadio Grezar, dove successivamente all'abbattimento di ventidue alberi di alto fusto, si dovrebbe costruire un casermone ATER con parcheggi comunali per 200-250 posti auto, che in occasione di manifestazioni al palazzetto e allo stadio, scaricherebbero tutto il potenziale inquinante dentro le finestre degli abitanti, togliendo contemporaneamente la ventilazione naturale e provocando un microclima infausto e pericoloso per la salute di chi vi abita.
- Altre situazioni a rischio sono pure i parchi di Villa Hausbrandt e Villa Hagginconsta, il parco Bazzoni e la zona di Rio Martesin.

Da segnalare anche che in una recente seduta del Consiglio Comunale, il consigliere Sulli ha affermato che i vari comitati cittadini sono constituiti da gente che non ha altro da fare (altra prova di elevato senso della Democrazia dei nostri rappresentanti).

Si è letta sul giornale locale una frase del Sindaco, che rivolgendosi al Presidente della Repubblica riguardo all'indiscriminato aumento della tassa sui rifiuti da parte del Comune di Trieste, recita: " VOGLIAMO ESSERE CITTADINI, NON SUDDITI" !


Grazie, signor Sindaco, anche noi chiediamo la stessa cosa!